Ultimo tango a Milano: La prima indagine del maggiore Gunther Sander (Italian Edition) by Ippolito Edmondo Ferrario

Ultimo tango a Milano: La prima indagine del maggiore Gunther Sander (Italian Edition) by Ippolito Edmondo Ferrario

autore:Ippolito Edmondo Ferrario [Ferrario, Ippolito Edmondo]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788827596036
editore: Tascabili. Noir
pubblicato: 2018-08-29T05:00:00+00:00


Capitolo decimo

Trascorsero alcuni giorni dalla morte di Massimiliano, e la vita tornò alla normalità o a qualcosa che le assomigliava. Albert era prossimo a rientrare in Francia. Andava e veniva da casa di Gunther in base ai suoi impegni “professionali”. Il tedesco invece la sera si recava al Bodega e faceva sempre chiusura. Silvia si era rifatta viva con lui dopo due giorni di silenzio. Lo aveva cercato al telefono. La sera stessa si erano rivisti e dopo aver fatto sesso avevano vagato per Milano in auto.

Tutto sembrava essere tornato esattamente come prima. Qualcosa però aveva iniziato a rodere Gunther. Era il tarlo di conoscere la verità sulla morte di Massimiliano. Ogni giorno vedeva Maria in portineria e il piccolo Tommaso gli faceva una pena infinita. A volte, prima di andare al Bodega, passava a salutarla per ritirare la biancheria e i vestiti puliti e stirati. Diversamente da prima, aveva preso l’abitudine di soffermarsi nella casa della donna. Tommaso era sempre lì. Gunther fiutava l’atmosfera pesante, di assoluta disperazione. La vita sembrava essersi accanita su quella famiglia. Prima il padre e ora il fratello maggiore.

La donna faceva di tutto per non mostrarsi triste con il figlio. Dal giorno del funerale Tommaso si era chiuso in un mutismo che gelava il cuore. Anche all’asilo rimaneva in disparte a giocare da solo. Il tedesco ogni tanto gli portava qualcosa, una macchinina, una scatola di soldatini. Eppure Tommaso non piangeva, non versava lacrime. Si teneva tutto dentro, come un uomo. In apparenza sembrava una roccia, ma nessuno poteva immaginare che cosa stesse vivendo e questo spaventava Gunther.

Da quello che sapeva, la polizia brancolava nel buio. Non c’erano indizi, né qualcosa che potesse portare gli investigatori sulla buona strada. Entrambi i ragazzi erano “puliti”, in apparenza fuori da giri pericolosi. Anche le perquisizioni nelle relative abitazioni non avevano portato a nulla. Maria aveva assistito mentre i poliziotti cercavano tra le poche cose del figlio. Avevano frugato tra la sua biancheria intima, sfogliato i libri universitari, guardato tra i giochi, sperando di rinvenire qualcosa, droga o armi, che potesse mettere il ragazzo in relazione con la malavita. Lei non aveva compreso e loro le avevano spiegato che era necessario. Nonostante le aspettative, non trovarono nulla. Stessa cosa per Salvatore, anche lì non c’era alcun indizio.

Un pomeriggio come altri, in cui Tommaso era andato a giocare a casa di un amico, il tedesco aveva preso il coraggio a due mani e chiesto a Maria se c’erano novità sulle indagini. Lui non era bravo con le parole, tantomeno era un campione di sensibilità. Si sentiva come un elefante in un negozio di porcellane. Aveva quasi timore ad aprire bocca. Informarsi era l’unico modo consono alla sua natura per dimostrarle che le era vicino.

“Dicono che saranno indagini lunghe. Non ci sono indizi. Mi hanno promesso che mi faranno sapere appena ci saranno delle novità,” rispose Maria.

Gunther inizialmente non aggiunse nulla, non voleva esternare il suo pessimismo. Poi, sorprendendo la donna, le fece una domanda che lei non si aspettava.



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